Videogiochi sono davvero la causa dell’escaletion di violenza e del ritiro sociale dei ragazzi?
Dopo la pandemia, è emerso l’allarme dei genitori e ricercatori sulla questione se sia giusto o sbagliato che i bambini trascorrano tanto tempo giocando, e se vedere violenza nei giochi porti ad essere violenti, Tuttavia stanno emergendo diversi punti di forza legati ad essi.
Attualmente gli studi sull’universo videoludico, tesi a comprenderne gli effetti sui più giovani,dimostrano che i videogiochi hanno un effetto positivo sul quoziente intellettivo dei bambini, I ricercatori hanno messo in relazione giocare ai videogiochi con un aumento dell’intelligenza nei bambini, contraddicendo così l’idea che siano dannosi per le menti dei più piccoli.
Gli esperti si sono basati sulle prestazioni di bambini, in un’età compresa tra i nove e i dieci anni, in cui i ragazzi hanno dichiarato di trascorrere due ore e trenta minuti al giorno guardando la TV o video online, un’ora giocando ai videogiochi e mezz’ora socializzando su Internet.
I test comprendevano la comprensione della lettura, l’elaborazione visuo-spaziale e un test incentrato sulla memoria, il pensiero flessibile e l’autocontrollo.
Sebbene la differenza nelle capacità cognitive sia stata minima e non sufficiente a dimostrare un rapporto di causalità, è comunque abbastanza significativa e lo studio è stato attento a tenere conto di variabili quali le differenze genetiche e il background socio-economico di ogni singolo bambino.
Bene il risultato? su 9.855 bambini, tutti residenti negli Stati Uniti oltre 5mila, due anni dopo, hanno registrato un aumento di 2,5 punti di QI rispetto alla media.
Il vero dibattito, per noi genitori, dovrebbe aprirsi su quanto tempo davanti allo schermo sia adatto alle giovani menti, e dividerlo in tempo da soli, tempo con amici e tempo insieme.
Sicuramente, secondo gli esperti, il tempo trascorso sullo schermo a videogiocare in genere non compromette le capacità cognitive, ma anzi, può effettivamente contribuire ad aumentare l’intelligenza.
(neuroscienziato Torkel Klingberg
del Karolinska Institute, in Svezia.)
Altro punto di dibattito, la tipologia di gioco, ricordo che su ogni confezione ci sono le indicazioni consigliate dell’età minima, ed i vari alert su violenza, volgarità e tanto altro.
Come in tutte le tipologie di gioco abbiamo gli sparatutto, i giochi di ruolo online, quelli sportivi, storici, competitivi o collaborativi, i misteri e gli enigmi, i cerca oggetti, insomma una varietà che permette di fare attività fisica, anche con giochi e joypad dedicati, giochi potenzialmente utili nel rafforzamento di materie scolastiche e nella gestione o scarico delle emozioni, giochi per la memoria ed il colpo d’occhio, ma anche giochi online dove socializzare con altre persone che hanno la stessa passione, ci sono amicizie decennali nate attraverso un multiplayer.
Come genitore il videogioco è il collegamento più veloce che si possa fare con un giovane, non c’è bisogno di forzare un affinità, se proprio avete le dita da Boomer potete sempre fare da spettatore e consigliare, o farvi aiutare dell’esperto.